ROSARIO
PUGLISI
Fin dai tempi delle elementari, ho considerato le immagini un mezzo potentissimo con cui potermi esprimere liberamente. Dalla mia prima macchina fotografica, una tascabile trovata nel fustino del Dash, all’ultima digitale acquistata sono passati circa 28 anni ed ho un ricordo nitido del passaggio dalla pellicola al digitale, dalla camera oscura ai software di fotoritocco.
Nel periodo 1996/2000, grazie alla passione per i graffiti, la macchina fotografica è stata per me piú che un accessorio da tenere sempre in tasca, l’estensione del mio
immaginario. Documentare la scena locale fotografando i treni che venivano da oltre lo stretto, è ed é stato un modo per tenermi aggiornato sulle altre realtà. Dei graffiti mi ha sempre affascinato il lettering ed è questo che mi ha introdotto alla scoperta del design grafico: era il 2004.
Le tipografie non erano ancora state digitalizzate, le tshirt venivano stampate quasi esclusivamente in serigrafia e le fanzine cominciavano ad essere progettare al computer. Mi sono subito tuffato in questo mondo e con tutti i mezzi a disposizione ho iniziato a frequentare uno studio di animazione 3D della mia città. Inizialmente non venivo retribuito, non mi interessava a dire il vero. Avevo solo fame di imparare. Le mie giornate iniziavano alle 8 del mattino e finivano alle 20: lavoravo senza sosta su un Ibook g3 lentissimo.
Da lì, questo processo di ricerca, fame e curiositá incontrollabile si è accelerato in modo esponenziale catapultandomi in nuove realtà lavorative offrendomi l’opportunitá di applicare la mia creatività in progetti di comunicazione per alcune delle maggiori corporate farmaceutiche presenti nel territorio europeo e pay tv.